Una Cargo Gang alla conquista del Colle del Nivolet

Una decina di giorni fa abbiamo partecipato alla Biga Race, un evento unico su una delle salite più belle d’Italia. Insieme a un gruppo di user e simpatizzanti delle cargo bike, provenienti da diversi angoli d’Italia (e non solo), abbiamo pedalato fino a sfiorare i muri di neve che costeggiano i tornanti del Colle del Nivolet, per fermarci dove anche la ruspa spalaneve si è dovuta arrendere

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Quando la salita inizia a farsi sentire, le Bullitt muscolari rispondono prontamente senza farsi seminare.

La Biga (Cargo) Race è un evento descrivibile più come un raduno che come una gara, giunto quest’anno alla seconda edizione dopo l'edizione sullo Stelvio del 2023. La Biga Cargo Race è una sorta di sfida senza vincitori né vinti, dove muscolari e e-bike, uomini e donne, giovani e navigati ciclisti viaggiano insieme insieme. Le batterie di scorta di alcune bici sono state messe a disposizione di tutti e chi aveva l’assistenza elettrica ha trainato i coraggiosi partecipanti su muscolari negli attimi di crisi dovuti a tratti più duri o a fame. Insomma, una “Race” dove vince il fair play, la simpatia e la passione per il mondo cargo e dove tutti i partiti sono arrivati e si sono gustati il premio: per pane salame e birra.

La prima sensazione che si prova salendo su una cargo bike, non importa se a pedalata assistita o no, è il suo peso e un equilibrio totalmente diverso. Per certi aspetti sembra un altro mondo, che si ridimensiona spingendo la bici in quota in piedi sui pedali e capendo che tante nostre abitudini derivano solo da una non volontà di vedere altro e di mettersi in gioco.

Biga Bike, l'organizzatore del raduno racing, è una realtà della provincia milanese che, in pochi anni, ha avuto un grande successo fornendo i mezzi per diverse start-up giovani e per progetti di mobilità sostenibile, soprattutto per aziende e cooperative di consegne in città come Milano e Torino. Molti partecipanti sono dei veri e propri corrieri, ma appassionati: credono in questa alternativa al trasporto di merce in auto in ambito urbano, consci che pedalando in sella ad una cargo bike su percorsi ciclabili adatti, si riescono ad abbattere notevolmente i tempi di consegna anche del 50%. È interessante pensare come ora questo metodo di consegne sia a volte visto come forzatamente alternativo, mentre è il modo più antico di trasportare cose in diversi continenti: in Africa, in Cina e nell’Inghilterra ottocentesca, la conformazione delle città e delle strade ha portato ad usare come prima scelta modelli di bici da trasporto, qualsiasi meteo ci fosse. Oggi, come è noto, è il Nord Europa protagonista della rivoluzione cargo con la più alta percentuale di mezzi di questo tipo utilizzati sia per motivi personali, sia per portare i bambini a scuola, sia per fare la spesa o consegnare pacchi. La maggior parte dei marchi europei si trova tra Svezia e Danimarca, dove ciascuno di noi dovrebbe fare un viaggio per rendersi conto di una realtà molto diversa dalla nostra.

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Una sosta a metà salita è doverosa, come è anche fondamentale divertirsi, farsi due risate e accendere al massimo le casse con la musica che accompagnerà tutti fino alla cima.

L'avventura del Nivolet in sella a tante cargo nordeuropeee è iniziata a Locana, la sera prima della scalata, con il montaggio del campo base e l’inizio di quello che si può chiamare un vero e proprio raduno, in un'atmosfera molto familiare e ruspante.

Nel Parco del Gran Paradiso

Il Nivolet è un colle molto amato dai ciclisti nonostante non sia un vero e proprio valico: si arriva in cima dopo una salita lunga, panoramica e varia, e non si passa sull’altro versante se non con la bici in spalla. Durante l’anno ci sono alcuni giorni di chiusura al traffico del tratto da Chiapili alla cima, ed è in corso un acceso dibattito per chiedere più chiusure alla circolazione auto/moto sia per motivi di sicurezza sia ambientali, essendo il percorso completamente immerso nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Quando le sbarre non consentono l’accesso al tratto più alto, nei giorni in cui ci sono meno persone o in inverno, è facile incontrare stambecchi, rapaci, marmotte e volpi.

Il campo-base allestito dal team di Biga Bike e dai coraggiosi partecipanti arrivati sabato sera, si trova, abbiamo detto, a Locana, nell’area pic nic Zaunere, già nel cuore della Valle Orco, a 33 km e 1.840 metri di dislivello dal Colle del Nivolet. Partire da Zaunere significa percorrere la parte più bella di strada che prima affianca il fiume Orco, passa qualche abitato, per poi diventare più movimentata a partire dai 4 tornanti dopo Noasca. Poco dopo, si devia dalla strada principale che entra in una galleria e si pedala distanti dal traffico, in un paesaggio incredibile tra grandi massi rocciosi, piscine naturali create dal fiume, pareti di arrampicata, all’ombra di grandi larici.

Uno scenario aspro quanto incantevole, che termina a Ceresole, ultimo comune, prima di vedere il grande lago blu. Il Lago di Ceresole è una meta molto turistica, ha un percorso ciclopedonale intorno e qualche struttura ricettiva e ristori. Dopolo specchio d'acqua si prosegue per entrare nel vivo del settore di curve e tornanti che conducono prima alla frazione Chiapili, dove c’è una sbarra che viene chiusa in inverno, e poi alla Diga del Serru, ultimo punto raggiungibile con auto e moto. Passata la sbarra, ci si trova in uno scenario di riappropriazione "sportiva" del territorio, con persone che camminano in mezzo alla strada e bici di qualsiasi tipo che salgono e scendono. A questo punto si inizia anche a sentire il fiato più pesante, per via dell'alta quota, che si avvicina ai 2.612 metri dell’arrivo. Il percorso di 18,5 km di curve e tornanti immersi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso invita a fermarsi ogni tanto e affacciarsi per vedere la salita fatta, che si snoda tra i laghi Serrù e Agnel. La storia di questa strada è da sempre in bilico tra ecologia e utilità, essendo nata negli anni 30 per la costruzione delle centrali idroelettriche. Ma un tempo l’ultimo tratto era sterrato e che verso la Valsavarenche esiste un tratto di sterrato che scende dal Rifugio Savoia e fino a Pont, ma non è percorribile dai mezzi motorizzati per una forte opposizione dei valdostani proprio per tutelare l’ambiente. In effetti la strada nei weekend estivi è trafficatissima, mentre quando è chiusa è letteralmente un altro mondo, per la pace e la quantità di animali che potrete vedere.

Scendendo, prima della galleria che termina nella frazione di Pianchette, deviate dalla statale sulla destra e, in mezzo a grandi massi, arrivate a una sbarra che impedisce alle moto e alle auto di passare: questo é un tratto della vecchia strada per anni dismessa e recuperata per il Giro d’Italia 2919 e per i ciclisti, che in salita hanno da sudare e divertirsi: passata un’arcata rocciosa dove si trova un’altra sbarra, iniziano 3 chilometri all’8,7% di pendenza media, con una punta massima del 14% e con una fitta serie di tornanti, in un paesaggio spettacolare.

Domenica 29 giugno ci sarà il Nivolet Bike Day, che darà la possibilità di percorrere in bici (in assenza di auto e moto) la strada da Chiapili alla cima del colle.

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La felicità degli ultimi metri, tra muri di neve a parità di peso, perché tutto sommato una Cargo Larry vs Harry Bullitt con un cagnone come Victor a bordo equivale quasi a una Gazelle Makki Load.

La Cargo Gang

I partecipanti alla Biga Race in parte rappresentavano delle realtà legate in vario modo al mondo dei corrieri, altri erano dei privati semplicemente appassionati di cargo.

TRA LAVORO E PASSIONE

Alessandro Ledda, detto "Ale Biga", è l’anima della festa, nonché la mente di Biga Bike, una creatura concepita nell’era della pandemia insieme a due soci: un negozio-officina, altamente specializzato in bici cargo come Riese & Müller, Larry vs Harry, Bergamont, Muli, Omnium, Gazelle e Babbo, che sono customizzate e rivisitate secondo qualsiasi desiderio dei cliente, solitamente per flotte di messenger. Ale pedala su una Bullitt EP8 Lizzard King con due casse audio piazzate solidamente sulla pedana per il trasporto per viaggiare lungo tutto il tragitto con la musica al massimo, e andare al massimo.

Alessandro Argiolas è arrivato appositamente da Cagliari in aereo, per partecipare pedalando su una Larry vs Harry Bullitt, simile a quella che usa insieme al suo socio per fare consegne tutti i giorni in Sardegna per il suo servizio Bike Messenger, attivo dal 2015, con una flotta di cargo preparate e fornite da Biga Bike.

Mikhael Bellanza e Victor sono una coppia inseparabile, come solo tra cane e padrone può accadere. Michael è con noi con una bici prestata e pedala anche per sostenere e diffondere la storia dell’associazione “Studenti per la strada”, un progetto cui partecipa molto attivamente dove gli studenti di medicina girano la città di Milano portando aiuto ai senzatetto. Victor è un cane di quasi 50 kg molto bravo, abituato a girare in bici e portare anche lui aiuto, strappando magari un sorriso e dando affetto disinteressato a chi si trova in difficoltà. Anche in questo caso le cargo rappresentano un mezzo sostenibile e solidale.

Nicola Cavalleri è presente anche lui con Larry vs Harry Bullitt con cassone, con cui lavora quotidianamente dal 2022 consegnando i materiali della sua ditta Cart Ingross ai clienti, nella zona di Bergamo.

Riccardo Marmonti e Elisa Castiglioni e il loro amico a quattro zampe, West, sono presenti con le loro bici (rispettivamente una Riese & Muller Load e una Larry vs Harry Milk Plus), che usano sia per lavoro sia per hobby: lui per girare il centro di Milano per seguire eventi, lei per le consegne del suo ristorante Sanduiss.

Gaia Massimino questa volta pedala con una normale bici stradale, una Canyon Grizl perché la sua Bullitt l’ha prestata a qualcuno che non aveva il mezzo giusto per l’occasione. È un membro della cooperativa Cuic di Milano, per la quale usa quotidianamente una cargo da ottobre 2023, quando è iniziata l’attività di questa giovane realtà di ciclologistica.

Nicoló Mangano è collega di Gaia e pedala con la sua Bullitt Original Raw montata con mozzi, manubrio e altri dettagli color porpora.

Stefania Rubini è una bike messenger di Torino, dove lavora per Mercury by Bike, un servizio di consegna di tutto quel che non è cibo. Partecipa all'evento del Nivolet in sella alla cargo con solitamente trasporta pacchi e che usa sempre per qualsiasi spostamento, soprattutto perché non ha la patente e, avendo una bici così versatile, non sente affatto la necessità di guidare un'auto.

Daniele Bonazzi presente con sua cargo Bullitt nera, che usa tutti i giorni per lavorare, anche lui, con il team di Mercury by Bike Torino. È arrivato fino a Locana sfruttando la combinazione bici+treno e sfidando il maltempo.

Pietro Trevisan partecipa alla Biga Race con la sua cargo bike a pedalata assistita Riese&Muller con tabella porta numero personalizzata, disegnata col pennarello appena prima della partenza, fissata a due ceste piene di mele. Pietro usa questo mezzo quotidianamente per lavoro, per trasportare a Milano i prodotti di Buoono Farm, la start-up innovativa di cui è co-founder. In questo caso la mobilità green è una scelta consapevole, che va di pari passo con il progetto di business di questa fattoria urbana specializzata in produzione di funghi, germogli e derivati ad alto potenziale nutraceutico con uso di terricci ottenuti mediante riciclo degli scarti di produzione dell’industria agroalimentare. Il sogno di Pietro è di svegliarsi un mattino, uscire di casa e trovare la metropoli lombarda inondata di cargo bikes.

I FUNBIKERS

Alessandro Colombo, amico di “Ale Biga” (soprannome dell'organizzatore) e suo socio di scialpinismo, finora è salito su una cargo bike solo una volta. È un cicloamatore puro, ama tutte le bici con una preferenza per le stradali, come la sua WIlier Triestina, o come la Bianchi storica che usa ogni anno per partecipare all’Eroica.

Marta Deiana è l’atleta del gruppo, con una lunga treccia che esce dal casco, un bellissimo sorriso e una tale carica di energia positiva da non aver bisogno di nessuna batteria per salire sul Colle. Per lavoro e studio si occupa di geologia, nel tempo libero pedala su strada e si avventura (in svariati modi) in montagna. Pur non possedendo una cargo bike, è amica degli organizzatori, ha aderito senza farsi troppe domande all’evento e pedala su una Bullit muscolare arancione.

Vincenzo Greco è arrivato apposta da Parigi, dove lavora da quasi venti anni e partecipa con la sua Rise & Muller HS preparata da Biga. Ci racconta che ha un passato da motociclista, finito e sostituito con la vita da “carghista” per via di una analisi di costi-benefici. Vincenzo ci ha rivelato: “A Parigi è in corso da anni un grande cambiamento della mobilità e con l'introduzione delle ultime modifiche (aumento ed allargamento delle piste ciclabili, divieti di accesso, parcheggi a pagamento per auto e moto) e con strade sempre più strette, mi sono reso conto che una cargo bike mi risolve il 95 % delle problematiche legate al trasporto, riducendo drasticamente i tempi e i costi, aumentando di conseguenza la produttività. La cargo bike mi ha cambiato la vita”.

Andrea Ledda è un ragazzo alto, sportivo e pronto a cambiare all’ultimo bici per cedere la sua a chi teme di non farcela con rapporti troppo duri per la salita. E così si ritrova in sella a una chicca: la Bullitt Vigorelli, combinazione delle iconiche Larry vs Harry Bullitt in alluminio e la storica bici da pista Cinelli Vigorelli. Andrea solitamente gira a Milano con una scattofisso e usa la cargo per andare ad arrampicare in montagna, o per gioco, visto che ogni pretesto è buono, e di cargo a disposizione ne ha a volontà, basta che chieda al papà Alessandro Ledda!

Alban Metaliaj, invece, è un appassionato cicloturista che macina migliaia di km all’anno con una vecchia Rockrider della Decathlon su cui carica borse a volontà, ma è un fan di Biga, dunque si è unito all’avventura anche lui con una Bullitt Original Raw in prestito. Questa è la terza volta che sale in sella a una cargo e vorrebbe averne una tutta sua. Dopo l’evento è rientrato a casa, a Savona, in bici.

Davide Salvano, altro amico di lunga data dell’organizzatore e di Alessandro Colombo, pedala con una "Miss" Bullitt rosa . Anche lui non usa normalmente cargo, pedala prevalentemente in sella a bici da strada, ma vede in questo evento un modo per stare insieme e divertirsi.

Stefano Schieppati partecipa con una cargo prestata, perché tra le tante bici che possiede per passione, questa tipologia non è ancora presente nel suo box. Anche piace il taglio "fun" della Biga Race. Per lui il divertimento in bici si può raggiungere con una Brompton come con una bici da corsa.

Federico Tintori, appassionato pedalatore, cicloturista e motociclista, è affascinato dal mondo underground, cargo e globetrotter legato alle due ruote. In questa occasione ha guidatouna Bullit Race.

Andrea Loiudice fa parte del team Biga per cui lavora, è quindi presente con la sua cargo, con cui sta facendo attualmente il trasloco di casa, il che significa trasportare parti di arredamento per una media di 50 km al giorno, con un peso non indifferente.

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Vincenzo usa la cargo per lavoro tutti i giorni a Parigi, pedalando in zone centrali molto trafficate, consapevole, dopo diversi anni di esperienza, di quanto una bicicletta possa abbattere tempo, costi e inquinamento nelle zone urbane.

La nostra compagna di viaggio

Per seguire la gang di bike messengers, sentirci parte del gruppo e riuscire a documentare al meglio l’evento abbiamo pedalato su una Gazelle Makki elettrica con motore Bosch da 250 W e una batteria da 400/500 di scorta che non è servita, perché abbiamo raggiunto il punto finale della salita, libera da neve, con il 18% di batteria residua, anche se non con poco sforzo! Al rientro abbiamo sfruttato ogni metro di discesa per mantenere la velocità e arrivare senza uso di assistenza fino al “campo base”. Per onorare tutta la funzionalità di questo mezzo, pensato soprattutto per le famiglie, al ritorno ci siamo concessi una piccola deviazione per percorrere una parte della sterrata ciclopedonale che gira intorno al Lago di Ceresole, trasportando un piccolo passeggero di quasi tre anni, che si è mostrato entusiasta per l’avventura. Questo modello del marchio olandese è molto sicuro, può portare fino a 250 kg e ha un impianto freni molto efficiente. È un mezzo un po’ diverso dagli altri presenti all’evento, perché ha un peso di 53 kg e una trasmissione a cinghia, il che rende la gestione delle salite e delle ripartenze da fermi meno agile, ma si tratta solo di abituarsi a distribuire i pesi e a utilizzare l’assistenza elettrica in modo diverso da come si è solitamente abituati.

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