Trilogia dell'Avana - Episodio 3

Siamo giunti all'ultimo appuntamento dell'avventura a Cuba raccontata da Stefano Elmi, giornalista, web editor, insegnante, tour guide. Dopo averci introdotto al viaggio (episodio 1) e averci portato nel parco del Topes de Collantes e sulla costa affacciata sul Mar dei Caraibi, fra Trinidad e La Boca (episodio 2) è la volta di Cienfuegos, la Perla del Sud, e della mitica Baia dei Porci

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Dopo un paio di giorni di relax ci muoviamo verso nord. La nostra destinazione odierna è Cienfuegos. La strada corre lungo la costa praticamente deserta. Fa caldo. Ci imbattiamo in una specie di resort statale, frequentato da pochi e presidiato con zelo dalla polizia. Attraversiamo piantagioni di banane e canna da zucchero. Qualche cavallo solitario ai lati. Sporadici i taxi che ci superano. Molte le persone in due o tre incroci ad attendere un passaggio. Un ragazzo in bici con uno zaino microscopico, vestito come fosse appena uscito da una girata in un parco cittadino, ci affianca con una mtb full-suspended in carbonio ultimo grido. Sta andando da Sancti Spiritus a Varadero. “Questa bici è un regalo di un gentile turista austriaco” ci dice. Un viaggio da circa 400 km da percorrere non sa neanche lui in quanto tempo ma, a giudicare dall’andatura, forse un paio di giorni saranno sufficienti. Dopo alcune parole è già sparito all’orizzonte .

Ci fermiamo in un chiosco che vende banane e finalmente so che sapore ha veramente una banana. La signora anziana che sta dietro il banco ci chiede se abbiamo delle aspirine o del paracetamolo “Qui non si trova niente” ci confessa a voce non troppo alta. Rovistiamo all’interno delle nostre scorte per dargliene alcune. Arriva un bambino con la mamma incuriosito dalle biciclette cariche. Non dice una parola, ma i suoi occhi luccicano ed è come se parlassero di avventure e scoperte da affrontare da qui ai prossimi anni.

Una scena quasi analoga si ripete quando cerchiamo un po’ d’ombra per bere ad una trentina di chilometri dalla nostra meta odierna. Due bambini scalzi si materializzano dalla boscaglia dove si trova la loro casa. Non chiedono nulla, ma i loro sguardi sono intensi. Chiedo i nomi: Miguel e Juan. Poco dopo arriva una ragazzina, ha 15 anni ed è incinta. Solo qualche anno più grande dei bambini. Diamo quel poco che abbiamo.

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Verso Baia dei Porci

Cienfuegos sa proprio di città. È suddivisa a quadrati, come uno schema molto semplice e complesso allo stesso tempo. Il suo boulevard centrale è costeggiato da ristoranti più o meno illuminati e sale della musica già aperte dal pomeriggio. La stazione dei bus è un mondo a sé. Dove regna il caos e tutto sembra non funzionare ma alla fine funziona. Alla cubana s’intende. Venditori ambulanti di caffè o frittelle coi loro carretti si sostituiscono alle nostre catene di fast food. Con le persone qui si parla, si chiede e si ascoltano indicazioni o semplici consigli. La fretta non esiste, esistono solo autobus da aspettare. La notte la passiamo all’Hostal Amigos del Mundo, dove arriviamo dopo un giro di passaparola.

Risaliamo la Baia dei Porci, famosa per il tentato sbarco controrivoluzionario. I monumenti in ricordo dei caduti ed i manifesti della propaganda sono dappertutto. La retorica è al suo massimo. Tutto contrasta col mare cristallino che s’infrange su spiagge bianchissime e deserte, ad eccezione di autobus carichi di turisti russi.

Girovaghiamo per Playa Larga dopo un acquazzone, fra pozze di fango e disordine. Ci accordiamo con la signora Anadel sul prezzo di una camera della sua Villa Turquesa b&b direttamente sulla spiaggia. Decidiamo di passare un po’ di giorni qui. Perdiamo la cognizione del tempo e stiamo bene.

Per mangiare poi basta andare alla rotonda sulla strada principale. I caffè sì ma fuori dalle ore del black-out “perché la macchina altrimenti non va” esclama subito la gentile cameriera, che prosegue “altrimenti ne ho un po’ nel termos”. Panini, banane fritte (molte), mojito come fossero semplici bicchieri d’acqua e così il tempo scorre...non c'è connessione internet, ma con le persone che ci circondano.

Decidiamo per un passaggio da Playa Larga alla periferia de L’Avana per arrivare in tempo a partecipare alla prima edizione di Eroica Cuba. Questa rimarrà la parte più pericolosa di tutto il viaggio. Tassista alla guida, io al suo fianco, Martina dietro dove sono stipate le biciclette in questa Peugeot 308, già vecchia quando fu inventata, lanciata ai 120-140 km/h lungo l’autopista nacional. Auto per altro tenuta maniacalmente dal suo proprietario, tutto infatti è in ordine e pulito. Peccato però che un tipo con un’altra vecchia Peugeot ad un certo punto s’affianca. Non capiamo. Si parlano dal finestrino. Hanno deciso, è una sfida. Il nostro tassista, già lanciatissimo scala in quarta e continua ad accelerare, col motore che grida come una scimmia urlatrice. Finché il rivale non desiste, per cui rimette la quinta ed andiamo in progressione verso la capitale. Non so come, ma vivi e sopratutto vincitori della sfida.

Baia dei Porci

L’Avana coi suoi odori e coi suoi vicoli è un viaggio nel viaggio. Habana Veja poi è un mondo a sé, con le sue regole, dove gli abitanti vivono la strada e le porte sono ingressi per uscire solamente. Il fattore climatico è importante, ma non è tutto. Tutto si svolge alla luce del sole, perché scalda, e se d’estate scalda troppo allora ci si rifugia sotto una tettoia o in un bar con grandi ventilatori e senza infissi. Il signor Rolando e sua moglie Marisol ci hanno accolto nei primi giorni ed in questi ultimi giorni in città. Dal terrazzo della sua casa particulares, Casa del Chef, facciamo colazione con frutta abbondante e con vista sui tetti di questi palazzi che se dall’esterno possono sembrare fatiscenti, dentro c’è tutto un mondo fatto di storie, di famiglie e dignità.

I turisti sono concentrati nei luoghi iconici de L’Avana. Il suo odore, un misto di mare e smog ci avvolge appena usciti dalle piazze principali. Code per il pane vanno di pari passo con le code per montare su un autobus dell’agenzia statale del turismo. Sul Malecon gruppi di ragazzi e famiglie si riposano e conversano con le onde che s’infrangono a pochi metri. La popolare Fabrica de Arte un’ex fabbrica convertita in sale concerto (ben 3) per musica live e dj set, e chioschi dover poter bere e mangiare è praticamente alla fine di questo viale nel quartiere del Vedado. Ci gettiamo nella mischia nell’ultimo weekend cubano, dopo avere speso l’ultimo giorno sulla lunghissima spiaggia di Playa de l’Est. Acqua cristallina ed un cielo plumbeo all’orizzonte, là dove dovrebbe trovarsi la Florida.

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Il lungomare de L'Avana, Malencon (ph. Paolo Rinaldi).

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