A stretto Giro - Tappa 4: inghiottiti

Inghiottiti o risucchiati. La differenza fra i due termini sostanzialmente non c’è, uno è sinonimo dell’altro ma il primo, se vogliamo, presenta una sfumatura più elegante del secondo ed è per questo che l’abbiamo scelto per commentare quanto accaduto nella quarta tappa del Giro 2024. Una tappa che ha visto il gruppo venir inghiottito una prima volta, lungo la salita del Colle del Melogno da Calizzano, dalle folte fronde della faggeta circostante e, una seconda volta, dalla galleria scavata in mezzo al Forte Centrale che, in cima, come ben sanno i tanti amatori che pedalano in queste zone d’estate, ha fagocitato i girini per qualche decina di metri prima di risputarli direttamente in discesa. Lì, di solito, lo sguardo viene subito attratto da uno scorcio sul mare che si apre sulla destra: ieri, invece, la nebbia non ha consentito tale piacere ai corridori che, invece, per la terza volta nel giro di pochi chilometri, sono stati inghiottiti in questa circostanza da una spessa coltre grigiastra. Questa, complicata la marcia degli atleti nelle prime fasi della picchiata verso la costa, li ha poi passati in consegna a una serie di infimi scrosci di pioggia solamente dopo i quali, da Savona in avanti, i ciclisti hanno finalmente potuto godere del tepore del sole della Riviera.

Qui, a pochi passi da quel mare che, nei giorni di libeccio, è in grado con i suoi moti ondosi di risucchiare qualsiasi cosa, i corridori hanno ritrovato tracciati a loro noti (quello della Milano-Sanremo e quello della classica d’apertura della stagione italiana, il Trofeo Laigueglia) e col pilota automatico hanno viaggiato fino agli ultimi chilometri dove un nuovo giro (è proprio il caso di dirlo) di inbottigliamenti ha avuto luogo. Protagonista in questo caso è stato il gruppo il quale, capeggiato dalle squadre degli sprinter, su Capo Mele non ha concesso spazio né a Filippo Ganna né a Giulio Pellizzari “divorando” entrambi spietatamente. La loro sorte è stata la stessa che, nelle ultime centinaia di metri, hanno poi condiviso Tim Merlier (partito troppo da lontano), Phil Bauhaus, Olav Kooij e Kaden Groves, tutti “mangiati” sul rettifilo d’arrivo di Andora da Jonathan Milan che, con una volata di ciclopica potenza, non ha lasciato scampo a nessuno (4h16'03", media di 44.552 km/h). Così facendo, il ragazzo di Buja ha fatto sua la quarta vittoria stagionale, è salito a quota due affermazioni personali in carriera al Giro (la prima era arrivata a San Salvo lo scorso anno) e si è impossessato della maglia ciclamino della classifica a punti, tre bocconi ragguardevoli che però, certamente, non possono soddisfare la sua fame. Perché, si sa, “l’appetito vien mangiando” e perché poi, in secondo luogo, il portacolori della Lidl-Trek appartiene alla genìa degli sprinter, gente solitamente vorace e abituata a soddisfare i propri languori in un solo modo: a suon di successi.

• Maglia Rosa, leader della Classifica Generale - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
• Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti - Jonathan Milan (Lidl-Trek)
• Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
• Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999 - Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike)

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