di DaBike
20 April 2024

Cadere e ricominciare... che fatica! La parola ai campioni

Le cadute dei big del ciclismo su strada sta alimentando un allarmante bollettino di guerra. In realtà sono più di 50 i corridori fratturati, a cui si aggiungono le ben più lievi abrasioni o piccole contusioni. Al di là delle polemiche (colpa della bici, dei percorsi, ecc.), ricordiamo qualche "volo" celebre che ha cambiato la traiettoria della carriera e della vita degli atleti coinvolti

Remco Evenepoel sbaglia la traiettoria e esce di strada mentre sta affrontando la discesa del Muro di Sormano al Lombardia del 2020.

Abbiamo già a suo tempo riportato le dinamiche e le diagnosi delle più significative cadute in cui sono stati coinvolti Wout van Aert e Jonas Vingegaard, i quali sono alle prese con modalità e tempi di recupero completamente differenti. Per Van Aert, com’era stato fin da subito pronosticato, è stata confermata l’assenza al Giro d’Italia (da lui mai corso), ma il proseguo della stagione vede ancora qualche speranza di partecipazione sia al Tour de France che ai Giochi Olimpici, dato che le fratture alle costole e la contusione polmonare sembrano essere sulla lenta, ma giusta via di guarigione. Le prime sessioni di allenamento svolte sui rulli in questi giorni ne sono la conferma. Al contrario, per il compagno di squadra Vingegaard la possibilità di difendere il dorsale numero 1 al Tour de France, risultano davvero remote. Una degenza lunga, durante la quale poche notizie sono trapelate tanto che il padre di Jonas stesso aveva chiesto preoccupato: “Per quale motivo non riesco a mettermi in contatto con lui? C’è qualcosa che non mi viene detto?” al quale l’entourage della Visma | Lease a Bike ha prontamente risposto rassicurando sulle condizioni del figlio, ricordando che, dal giorno della caduta, è mantenuto in ospedale in Spagna per essere sottoposto ad interventi chirurgici necessari a stabilizzare la condizione prima di poter procedere con il rientro in patria, in data però ancora da definire in quanto il trasferimento in aereo provocherebbe scompensi di pressione rischiosi per il già debole sistema polmonare. Alle parole sono seguiti i fatti, tanto che il 16 aprile scorso il ciclista danese è stato finalmente dimesso. Ora gradualmente affronterà la riabilitazione.

Queste due cadute che possiamo definire importanti sia per la gravità delle conseguenze che per l’economia del panorama agonistico attuale (due fra i più forti corridori del momento, assenti dalle corse più blasonate della stagione, ndr) si aggiungono alle tante che hanno coinvolto nomi celebri del ciclismo su strada, citiamo qualche caso fra i più recenti.

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Wout van Aert cade a 65 km dall'arrivo della Dwars, nella discesa del Kanarieberg.

Lombardia 2020: Remco Evenepoel nella discesa dal Muro di Sormano, sbaglia la traiettoria nell’affrontare una curva che immette su un ponte, urta il muretto dello stesso e precipita nella scarpata sottostante. Si teme subito il peggio. Se la "cava" con la frattura del bacino e una contusione al polmone destro, che gli costano uno stop dalle corse di nove mesi. Nel 2022 il rientro, dove si prenderà la Liegi-Bastogne-Liegi ed il titolo di Campione del Mondo su strada.

Gennaio 2022, in allenamento sulle strade di casa, Egan Bernal va a sbattere contro un bus in sosta. L’impatto è terribile, tanto che lo scalatore colombiano, vincitore del Tour 2019 e del Giro 2021, si frattura il femore e la rotula destri oltre ad alcune costole, a cui fanno seguito il trauma toracico e la perforazione del polmone. In questo caso, l’esito è stato decisamente più serio e la successiva riabilitazione ancora più esigente, tanto che solo in questa stagione si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa: 5° al Giro di Colombia, 3° al Gran Camino, 7° alla Parigi-Nizza e per finire di nuovo 3° alla Volta a Catalunya. “Sta migliorando sempre di più” conferma il direttore sportivo della Ineos-Grenadiers, Zak Dempster, rispondendo alle dichiarazioni rilasciate da Bernal stesso dopo i risultati positivi ottenuti: “Si può dire che alcuni dei miei numeri sono gli stessi o migliori di prima della caduta”, ma la mentalità dell’atleta vincente non lo lascia illudere, tanto che aggiunge “anche se non sono abbastanza per vincere. Ogni giorno e ogni anno miglioro e divento sempre più forte.” Numeri che però gli consentono di tenere aperta una chance in vista della selezione dei nomi che il team schiererà al Tour de France.

Nel gennaio del 2022 Egan Bernal si scontra con un bus mentre si allena sulle strade di casa.

Per finire, la caduta di Chris Froome. Un nome che certamente non può essere dimenticato quando si parla di Grand Boucle. Giro del Delfinato 2019, banco prova definitivo in vista del Tour de France: Froome, che dopo aver vinto l’anno prima il Giro sta preparando l’assalto al quinto Tour, cade nella ricognizione della prova contro il tempo. La frattura di femore, gomito, anca e alcune costole costringono il britannico ad uno stop di quasi un anno. Tanta fisioterapia ma al rientro, la strada non spiana più come prima sotto le sue pedalate. A complicare la situazione, anche il passaggio dal Team Sky (la Ineos-Grenadiers di oggi) alla squadra Professional Israel- Premier Tech. I risultati continuano a non arrivare ma la motivazione resta sempre molto alta, fino a che solo ora, alla soglia dei 38 anni, il rassegnato annuncio: “mi piacerebbe vincere il mio quinto Tour, ma credo di aver accettato che la realtà è un’altra e che per me tornare ad un livello tale che mi permetta di vincerlo sia molto, molto difficile. Attualmente, per me, vorrei solo poter tornare al Tour. Fosse anche solo per lottare in montagna e giocarmi qualche tappa, sarebbe fantastico”. Certo l’età più matura al momento dell’incidente rispetto ai colleghi non ha di certo facilitato la ripresa, ma la consapevolezza di granndi risultati ottenuti in passato non lo ha risparmiato dal dire “Avevo una grande condizione e quell’incidente è capitato al momento peggiore. Mi ci sono voluti mesi per provare a riprendermi e tornare a camminare normalmente senza zoppicare. È stata una brutta caduta, ora però sono contento di essere tornato a correre e mi sento estremamente fortunato ad aver avuto un’altra occasione”.

Chris Froome nel 2019 cade durante la ricognizione del Giro del Delfinato.

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